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sabato 25 febbraio 2017

fioriere o abusi?

Una delle accuse che facevano i cittadini verso le passate amministrazioni, era la commistione di alcuni personaggi per ottenere benefici e la mancanza di coraggio verso chi in questi anni occupavano una casa popolare senza averne diritto. 

Oggi l’amministrazione 5 stelle ha iniziato un percorso per combattere questi abusi, nei mesi passati ha colpito coloro che non dichiaravano.
Qui sotto la tabella di sintesi di tutta l’attività per il 2016:

• Soggetti sottoposti a verifica stabile abitazione alloggi ERP:79
• Procedimenti avviati ai sensi art. 34 LRT 96/96 (occupazione senza titolo): 9
• Procedimenti conclusi ai sensi art. 34 LRT 96/96 (occupazione senza titolo): 15
• Procedimenti di decadenza avviati ai sensi art. 35 LRT 96/96:30
• Decadenze assegnazione: 9
• Alloggi recuperati con Polizia Municipale: 11
• Alloggi recuperati per riconsegna a seguito di contenzioso: 9

Mentre la gente si sofferma criticando sui social, criticando le fioriere in via Ricasoli, altri l’assessore che vuole realizzare la funicolare (mai progettata), e altri a criticare le rotonde (progettate e finanziate dalla passata amministrazione);


Da cittadino vorrei prima di tutto la legalità e non preoccuparmi di due fioriere che mi impediscono di accedere in una strada pedonale.

venerdì 13 novembre 2015

Il 30 settembre 2015 il Consiglio Comunale di Livorno non ha approvato il bilancio consolidato sperimentale dell'ente in quanto mancante del bilancio di una sua partecipata, l'AAMPS, e la notizia è stata riportata dalla stampa e dalle TV nazionali. Per giorni non hanno parlato d'altro, rimarcando la nostra totale, per loro, inadeguatezza.

Il 9 novembre 2015 il Consiglio Provinciale di Livorno non ha approvato il bilancio consolidato sperimentale dell'ente in quanto la maggioranza non aveva i numeri, visto che un consigliere che appoggia la maggioranza ha deciso di votare contro, e la notizia è stata riportata solamente da un giornale locale, naturalmente senza enfasi.

Il palazzo comunale e il palazzo provinciale distano 30 metri in linea d'aria tra loro, ma evidentemente sono distanti politicamente anni luce. Sarà, per caso, che il Comune di Livorno è amministrato dal Movimento 5 Stelle e la Provincia dal Partito Democratico?

di tutto questo saranno contenti in Nicaragua ed in Tanzania, perchè tra molto poco, ci scavalcheranno nella classifica sulla libertà di stampa e perderemo il nostro tanto ambito 73° posto.


Il PD fugge dalla responsabilità di discutere sui finanziamenti della Fondazione L.E.M.

"Il PD fugge dalla responsabilità di discutere sui finanziamenti della Fondazione L.E.M., ma trova la solidarietà del consigliere Valiani, che conferma in questo modo l’appoggio al partito democratico, enunciato durante il convegno svolto dal PD di Salviano pochi giorni fa".

La mozione presentata dal M5S, oltre ai voti compatti del gruppo, ha avuto l’approvazione da parte del consigliere Cannito e l’astensione del consigliere Valiani; BL, PD e FI non erano presenti al momento del voto in consiglio.

L'atto di indirizzo, conseguente all'interrogazione del M5S fatta al sindaco sulla situazione LEM in un precedente consiglio, ha richiesto l'impegno del Sindaco e della Giunta di Livorno di fuoriuscire dalla fondazione L.E.M., che attualmente ha sede presso il Palazzo dei Portuali.
Quello che colpisce di più sono i milioni versati dal Comune in tutti questi anni, per non ricevere in cambio nessun beneficio per la città rispetto al progetto iniziale.

Dal 1997 al 2002 il comune ha versato 1.148.085 euro, dal 2002 al 2005 sono stati versati 369.951 euro e dal 2006 al 2013 532.279 euro, per un totale di 2.050.315 euro.

Lo scopo della fondazione era quella di promuovere il progresso e lo sviluppo delle regioni del bacino mediterraneo, ma ad oggi nessun concreto vantaggio è venuto alla città, se non quello di pagare alla Compagnia portuale i canoni per uffici e sala convegni, che scadono il 31/12/2019, e il canone della biblioteca, che scade il 1 marzo del 2017.

Con l'operazione di uscita dalla Fondazione stessa, ai 51.460 euro l’anno di onere si aggiungerebbero i risparmi per gli affitti, che ammontano a 110.000 euro, per un risparmio complessivo di 161.460 euro l'anno, risparmi che naturalmente sarebbero riversati nel bilancio.

Grazie al M5S oggi è stato approvato un atto di responsabilità, per evitare una spesa impropria e una sovvenzione ad un ente privato!"

Oggi alle 11, presentate alla stampa le linee guida per un nuovo welfare del M5S, alla presenza del Presidente della Commissione 5 e dell'assessore al sociale.

I cambiamenti sociali hanno interessato negli ultimi anni la società italiana, portando un progressivo aumento delle inefficienze degli enti locali, regionali e nazionali, lasciando il compito al legislatore di salvaguardare il welfare, abbandonandolo però sulla carta.

Tali trasformazioni socioeconomiche politiche fanno emergere nuove forme di povertà.
La Commissione della Comunità Europea, in diverse occasioni ha sottolineato la necessità che gli stati membri si adoperino per far convergere l'evoluzione dei singoli sistemi di protezione sociale verso i più generali obiettivi delle politiche economiche sociali indicati a livello comunitario.

In generale il welfare si basa su tre precisi pilastri.
1) Il servizio sanitario nazionale
2) L'assistenza
3) Il sistema di previdenza.

Oggi il movimento 5 stelle livornese, dopo diciassette mesi, presenta le “linee guida della rivoluzione livornese” sul welfare, tema delicato e attuale, sempre in crescente aumento. Crediamo che la ricerca di un sistema del welfare-to-work debba far parte di un sistema di sussidi senza rigidi limiti di durata, ma sono condizionati a una serie di obblighi che puntano proprio ad evitare che il beneficiante possa essere disincentivato dalla ricerca dell'occupazione.

La tendenza parte dal ridurre la povertà e l'unico modo di pensare oggi a un coordinamento delle politiche sociali a livello europeo, è quello di definire un livello minimo di prestazioni di assistenza sociale di ultima istanza.

I cambiamenti prefigurati dalla riforma dell’assistenza varata con la Legge 328 del 2000 investono l’assetto consolidato delle politiche italiane relative al settore socio-assistenziale nei suoi caratteri fondamentali, Regioni e comuni sono individuati come i livelli centrali del governo del nuovo sistema dei servizi e degli interventi sociali, in un’ottica di ulteriore localizzazione del welfare italiano.

Il Presidente Rossi, sicuramente saprà gestire il confronto con lo Stato per richiedere nella conferenza Stato/Regione l’individuazione delle somme idonee per garantire un welfare equo.

Per questo la rivoluzione verte sui punti istituiti dalla legge, ricordando al Presidente Rossi le promesse dalla Regione Toscana per creare il fondo delle Politiche Sociali ed emolumenti in base al citato articolo 24 della legge 328.

Il Decalogo è già partito con l’approvazione di alcune mozioni e altre che saranno presentate a breve, esse vertono su:

1) Abolizione della Società della Salute
2) Definire il finanziamento delle liveas
3) Redito di cittadinanza
4) Attuazione della quota sanitaria alle famiglie che curano a domicilio i disabili o anziani
5) Albo comunale delle badanti
6) Presa in carico del malato con l’ausilio del cargiver familiare
7) Solidarietà ed intervento sulle famiglie in difficoltà, con la creazione della famiglia su famiglia
8) Nomina del Garante della disabilità
9) Presa in carico Attiva (legge 104/92) tramite un protocollo con l’organismo competente
10) Inserimento all’interno dell’UVM la presenza vincolante di un rappresentante della persona in difficoltà, medico di famiglia, garante della disabilità
11) Emergenza abitativa con soluzioni appropriati sulla direttiva della legge 328

 

lunedì 9 novembre 2015

IL LIBERISMO PASSA DALLA «CRITICA SOCIALE» PER RAGGIUNGERE LA "DEMOCRAZIA".


“I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci”.
Martin Luther King

Il ruolo del sindacato generalmente si attiva affinché il datore di lavoro rispetti la legge e i diritti dei lavoratori. Questo ad oggi sarebbe il ruolo più significativo del sindacato, quello dunque di diventare il garante dei diritti dei lavoratori e conseguentemente di intervenire per correggere o vigilare. 

Nei giorni scorsi però a Livorno alcuni sindacati hanno instillato ansie e preoccupazioni parlando di decisioni già prese dall’amministrazione in relazione a presunti tagli al personale in conseguenza ad emissioni di fantomatici bandi privi di clausole sociali e paventando eventuali sostituzioni di lavoratori delle cooperative sociali con personale volontario. Per la prima volta dunque dei sindacati hanno anticipato nel merito la trattativa senza mai aver ricevuto l’informativa o svolto alcuna concertazione sul tema dei bandi di gara. 

Tali timori hanno trovato prontamente ascolto da parte dei rappresentanti dell'amministrazione aprendo le porte del Comune a tutti i sindacati e ai lavoratori delle RSA e portando una ventata di “DEMOCRAZIA” che ha invaso la Sala Consiliare. 

Dopo ampia discussione e riflessione, l’assessore al sociale Ina Dhimgjini ha spiegato quali siano i criteri dei bandi di gara, confermando la presenza delle clausole sociali all’interno dei bandi passati e futuri e l'intento di eliminare ogni affidamento diretto creato nel passato con conseguente regolarizzazione dei servizi.

L'assessore ha confermato che mai questa amministrazione ha pensato di sostituire i lavoratori delle cooperative con volontari, ribaltando così le accuse dei sindacati.

I lavoratori hanno accolto favorevolmente l'intervento dell’assessore e hanno giustamente chiesto che tali promesse si trasformino in realtà, evidenziando così che l’intento di alcuni sindacati di terrorizzare i lavoratori fosse basato su motivazioni completamente infondate.
Alla fine i lavoratori hanno applaudito l'assessore al sociale dimostrando di essersi completamente ricreduti sulle opinioni negative create ad arte, valutando il buon lavoro effettuato in sede di commissione e riprendendo fiducia nelle istituzioni.

Ringraziamo tutti i presenti che hanno condiviso con noi una giornata positiva di confronto “democratico”, dimostrando dunque che solo attraverso il dialogo, la volontà e la partecipazione si possa giungere alla risoluzione dei problemi. Anche ieri dunque è stato messo un altro importante tassello per il raggiungimento di quegli obiettivi che la città ha dimostrato di voler portare a compimento dando fiducia a questa nuova amministrazione. 

Nei prossimi mesi sarà intrapreso un percorso tra le istituzioni, i sindacati e le organizzazioni datoriali per arrivare ad un protocollo di intesa il cui intento sarà quello di uniformare lo svolgimento dei bandi, regolarizzando gli affidamenti, salvaguardando i lavoratori e cercando inoltre delle strade per reinternalizzare i servizi tramite concorsi.

Quelli che fino a poco tempo fa sembravano sogni adesso sono concrete opportunità che si potranno realizzare con l’impegno, la volontà, la condivisione e la partecipazione da parte di tutta la cittadinanza.


domenica 25 ottobre 2015

Rifiuti un business con rischio di impresa a ZERO, ma non per i cittadini




Per comprendere il tema rifiuti, partiamo da un principio già in uso in altre aziende, per il privato il rischio di impresa sarà sempre ZERO. Per questo ogni perdita sarà a carico dei cittadini. 

Oggi noi paghiamo delle tasse alla azienda AAMPS, che comprende il costo globale dell’azienda (personale, mezzi, costi ecc ecc) e eventuali investimenti per migliorare il servizio, oltre alle perdite dovute per chi non paga il servizio. 

Se entra il privato, queste stesse condizioni rimarranno uguali, con l’aggiunta però del guadagno che il privato dovrà avere. 

Potremmo costruire la formula matematica partendo da: 

COSTI + INVESTIMENTI = TASSE 

passando a:

COSTI+INVESTIMENTI+GUADAGNO= TASSE 

(il guadagno sarà la somma di investimenti privati e guadagno che il privato deve ottenere dal suo investimento, che alla fine non è detto che ci metta denari). A tutte due le formule vanno aggiunti i mancati pagamenti degli utenti. 

Tutto ciò sarà possibile con le tasse dei cittadini che avranno sicuramente il solito servizio ma ad un prezzo maggiore. Invece dovremo cercare di migliorare il servizio con la internalizzazione, riportando l’azienda a ritornare a quando il servizio funzionava. Inoltre servirebbe l’obbligo di fornitura delle prestazioni a condizioni uguali su tutto il territorio e quello di perequazione delle tariffe”.

Il legislatore ha introdotto la scelta di un socio “imprenditore” privato di minoranza allo scopo di dare un apporto rilevante di un pubblico servizio. La volontà del legislatore sarebbe di mettere in evidenza che l’interesse non può escludere che l’amministrazione possa basarsi, nella scelta del socio, su generici apprezzamenti soggettivi e, comunque, di carattere fiduciario, perché ciò escluderebbe i principi di buona amministrazione e trasparenza dell’azione amministrativa”. 

Questo per evitare che si possa agevolare chi ha interessi di soggetti che fanno del rifiuto un business. Ma proprio perché si chiama socio imprenditore, si capisce che la volontà dell’imprenditore o di più soggetti privati, hanno la necessità di investire sapendo che in cambio avranno un utile.

domenica 27 settembre 2015

Ospedale. Verso un nuovo Accordo di Programma, tavolo tecnico aperto, ma non per tutti


Senza una struttura ospedaliera moderna è impensabile investire in attrezzature, indispensabili sia per diminuire i tempi delle prestazioni, sia per migliorare la qualità del sistema sanitario. La mancanza di una struttura ospedaliera all'altezza degli standard richiesti , dotata di adeguate diagnosi specialistiche o idonei percorsi terapeutici, danneggerebbe molto la nostra città. 

E’ fondamentale potenziare e difendere i reparti, in particolare quelli di pneumologia, dermatologia, neurochirurgia e neuroradiologia non dimenticando certo la diagnostica neurochirurgica, neurologica ..etc così come devono essere mantenute, valorizzate e innovate le specialistiche già esistenti. Ridurre le specializzazioni, a fronte di una sanità ad intensità di cura, con operatori teoricamente capaci di occuparsi di ogni tipo di patologia, significherebbe risparmiare nell’immediato, ma in realtà spingere sempre più i cittadini livornesi a rivolgersi verso altre Aziende Ospedaliere (come la AOUP di Pisa), ma soprattutto verso i privati, che potranno garantire risposte specialistiche e non generiche alle loro aspettative. Invece dobbiamo assolutamente invertire la tendenza, combattendo l' "emigrazione sanitaria"e offrendo al contempo servizio e risposte adeguate . 

Su questi temi, si è svolto un confronto nell'ultima seduta del consiglio comunale, dove è stato trattato anche l’assetto strutturale dell’ospedale. Negli ultimi giorni molti interventi sono stati fatto sui giornali da parte di illustri personaggi, desiderosi di mettere in campo il peso delle loro posizioni soprattutto politiche. Tra i vari interventi spicca quello del sindaco di Collesalvetti, amministratore di un comune che potremmo paragonare, per numero di abitanti, ad un quartiere di Livorno, che vorrebbe decidere, insieme al sindaco di Livorno, l'ubicazione di un possibile nuovo ospedale livornese; non possiamo che sorridere per la (non richiesta) attenzione che ci sta riservando!

Forse il sindaco Bacci non ha ancora compreso, o vuol far finta di non comprendere, la distanza che ci divide rispetto al suo modello di sanità che va verso il prototipo di intensità di cura, modello, proposto dal governo e seguito dal Presidente della Regiona, che non rende affatto partecipi i lavoratori del settore sanitario, ma che ha come scopo principale quello di realizzare una intensità di risparmio. Il PD che egli rappresenta, ha condiviso la legge 158/2012 conosciuta col nome di legge Balduzzi, che ha provocato ricadute in termini di tagli di posti letto, insieme alla legge regionale, portando dai 1000 posti letto, a meno di 400, pari al 2,9 % ogni mille abitanti. Per capire la differenza, per la media nazionale, i posti letto dovrebbero essere 3,7 % ogni 1000 abitanti, di cui 0,7 dedicato alla riabilitazione e alla lungodegenza e il 3 ‰ per gli acuti. Le regioni si devono dunque riorganizzare e la Toscana, con le politiche di Rossi, avrà la più bassa media dei posti. 

Il sopra citato sindaco mette in allarme i cittadini facendo riferimento al fatto che Livorno potrebbe diventare il buco nero della sanità toscana, forse confondendsi con il buco di 250 milioni della sanità di Massa che le varie USL stanno ripianando con i tagli. Il PD insiste nel costruire un ospedale nuovo, nella periferia della città, ma non specifica la quantità di soldi pubblici che dovrebbero essere messi in campo, omettendo anche il fatto che i privati saranno finanziati ( con denaro pubblico) attraverso la pratica del project-financing, da noi demonizzata perché colpevole di consegnare tutti i servizi pubblici al gestore privato. 

Il sindaco colligiano prosegue affermando che vorrebbe prendere come esempio gli ospedali di Massa, Versilia, Pisa, ma anche Cecina, considerandoli moderni, ospedali dove la privacy e il rispetto per degenti e pazienti vengono osservate, ma non comprende che al cittadino non servono solo la privacy o il rispetto per ristabilirsi da una malattia, ma necessita soprattutto delle adeguate cure specialistiche affinché ogni intervento vada a buon fine. 

Per queste ragioni risulta per noi difficile sedersi ad un tavolo con coloro che rappresentano il disastro della sanità livornese e che tardivamente sembrano accorgersi degli errori compiuti, tanto da farci chiedere dove fossero fino a ieri tutti questi pseudo politici! Il sindaco Nogarin ieri ha affermato: “Un passaggio di grande soddisfazione nel quadro del nostro programma di mandato”. Questo è un pensiero che noi condividiamo appieno sul tema ospedale. Pochi giorni fa, è iniziato un percorso che ha visto coinvolto il sindaco Nogarin e l’assessore regionale alla Sanità Saccardi, dal cui incontro è emersa la volontà del Comune di procedere alla revisione dell’Accordo di Programma del 2010, sottolineando ancora una volta la volontà di non realizzare un nuovo ospedale a Montenero. 

Per questo è stato siglato un atto in cui “si rende necessario procedere ad assumere i provvedimenti finalizzati alla revoca dell’Accordo di Programma 2010 e atti collegati per avviare contestualmente la procedura per un nuovo Accordo di Programma sulla materia”. Nel primo atto di accordo, il prossimo 23 ottobre, sarà avviato il percorso teso alla stesura di un nuovo Accordo di Programma, sarà intrapreso uno studio per ristrutturare i padiglioni e inizierà un processo di analisi volto allo sfruttamento di eventuali spazi superflui. Occorre inoltre trovare adeguate soluzioni per migliorare la transitabilità, per velocizzare i mezzi in transito e per migliorare l’attuale situazione dei parcheggi. Lo stesso giorno dell’accordo in Regione, in consiglio comunale venivano tracciate le basi del percorso per riqualificare l’ospedale di Livorno e riconsegnare alla città una struttura che sarà in futuro rimessa a nuovo. 

La comunicazione dell’incontro in Regione e la presa di posizione della maggioranza, ha spiazzato le opposizioni che si sono rese protagoniste di interventi spesso inconsistenti e privi di argomentazioni reali, talvolta non nascondendo il desiderio di salire sul carro dei vincitori. Ma il M5S, non si è fatto intimidire ed ha presentato un atto di indirizzo, chiedendo una rinegoziazione dell’Accordo di Programma fatto dalla precedente amministrazione nel Maggio del 2010, chiedendo di avviare il percorso previsto dal mandato elettivo. Dopo questo primo passo, nella mozione presentata , si richiedevano le motivazioni che hanno portato la USL a dismettere l’unità interna di sterilizzazione dei ferri dopo la presentazione della stima sulla riattivazione di oltre 10 milioni con ammortamento di circa 1 milione ad anno.

Questa spesa ritenuta eccessiva, aveva fatto propendere per una esternalizzazione verso altre AO, inizialmente verso l’ospedale di Viareggio al costo di oltre un milione di euro all'anno e successivamente verso l’AO di Pisa al costo di seicentomila euro annue. La richiesta di internalizzare il servizio nella vecchia struttura, potrà avvenire solo dopo un bando di gara che m, dalle stime, sembra non superare i 5 milioni di euro per gli strumenti nuovi. 

L’internalizzazione del servizio, avrà una ricaduta economica positiva con il conseguente abbassamento dei costi che si ridurrebbero a quattrocentomila euro l’anno, producendo risparmio al bilancio della USL e assicurando un servizio sicuramente migliore agli utenti. Nell’atto non è stato tralasciato certo il problema dei tempi per potere usufruire di una visita o di un esame specialistico e delle attese al Pronto Soccorso; di fatto è stata chiesta una relazione trimestrale per avviare successivamente un confronto con la USL. 

Per questo siamo certi che si avvierà, dopo la nostra richiesta, un percorso di revisione del piano sui distretti sanitari e uno studio circa i posti letto ospedalieri per riportarli in linea con la media regionale.