Tragedie
come quella di questi giorni, che ha colpito nell’anima una intera nazione e
messo paura al mondo intero dovrebbe far riflettere tutti.
Decine
di trasmissioni si confrontano dando opinioni contrastanti sulle origini che
hanno portato alla strage di Charlie
Hebdo.
Difficile
dare una opinione imparziale, da una parte abbiamo la libertà di espressione e di
critica, dall’altra un paese che vive sotto una autoritarismo islamico che non
sopporta la critica perché ritenuta blasfema.
Ipocrisia,
superficialità, intolleranza, fanatismo sono parole che si sentono in questi
giorni, tutti contro chi ha partecipato all’attentato, ovvio che dobbiamo
essere dalla parte dei più deboli.
Ma è risaputo
che i paesi orientali hanno buona parte delle risorse che servono all’economia
mondiale, gli Stati uniti sono sempre pronti a farsi paladini della giustizia
con l’intento di sostituire il regime con un governo amico. L’attentato ha del
losco, alcuni dubbi stanno varcando il mondo di Internet su cospirazioni internazionali, come avvenne per l’11 settembre. Anche all’ora l’Islam colpì
dei civili inermi ma ancora oggi non sono chiare le dinamiche, mettendo dubbi
sulla veridicità dei fatti.
Nell’esposizione
dei fatti accaduti, in giro per il web si parla di dubbi; come la carta di
identità di un terrorista lasciata nella auto rubata, come l’auto della polizia
francese che invece di mettersi di traverso su una strada stretta si mette da
una parte lasciando passare l’auto dei terroristi, oppure non vedere il sangue
quando il poliziotto viene freddato dai terroristi a bruciapelo, oppure la
ragazza del terrorista scomparsa, che si fa ritrarre in bikini contrariamente a
quello che viene riportato dal credo islamico.
Tutte
fantasie o verità? Cosa porterà questa
violenza in futuro? Forse scoppierà un’altra guerra santa dove gli americani
faranno da giustizieri, gli italiani saranno a supporto e dovremo piangere in
futuro i nostri cari che torneranno con gli onori degli eroi, come nelle
migliori propagande di regime. Ma a chi giova tutto questo se non alle
multinazionali che vogliono aumentare i profitti mettendo a rischio la vita
degli ignari soldati. Non decidono i popoli cosa fare, ma continueremo a
servire chi ci manderà a morire seduto dietro ad una scrivania.
Tornando all’attentato,
quello che colpisce nella veridicità dei fatti è la crudeltà usata, vedere
sparare a bruciapelo un uomo indifeso inorridisce chiunque. Atto inspiegabile in
un modo moderno e avanzato, scena da fil, ma dove lo sceneggiatore non ha
scritto nessun copione. Una strage che non ha risparmiato ma che ha riservato
a uno di loro il ruolo di “simbolo” della carneficina: un musulmano ucciso da
musulmani per difendere la Francia, quella stessa nazione accogliente e
multietnica che oggi piange.
Ma perché una penna dovrebbe fare più paura di una
guerra? Nella storia della satira tutti i politici sono stati raffigurati in
maniera scherzosa, a volte in maniera irriverente ma dove la vignetta riesce a
far comprendere meglio i fatti rispetto ad una storia scritta.
Forse perché una immagine è visiva, non importa saper
leggere, è intuitiva ed è immediata. Nella storia la satira è sempre stata al
centro delle preoccupazioni dei politici di ogni ordine e grado, cercando di
far tacere la libertà di satira per salvaguardare le loro malefatte.
Oggi questa violenza ha dall’altra parte la
solidarietà del mondo della carta stampata facendo quadrato e salvaguardando la
libertà di espressione compreso lo stesso mondo arabo.
Questo
il filo conduttore che lega la stragrande maggioranza dei quotidiani nel mondo
arabo nelle reazioni successive ai fatti di Parigi.
Infatti
da oriente è arrivata una ferma condanna per l’attentato a Charlie Hebdo, dettata
forse da una paura di ritorsioni dell’Occidente nei confronti dei musulmani. Gli
editoriali iraniani vedono l’attacco come parte di un programma più ampio e
sono numerose le teorie del complotto esposte sui media.
Non
siamo qui a dare giudizi, ognuno ha la sua ragione ma in tutto questo rimane un
dubbio atroce, domani cosa succederà?



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