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mercoledì 20 maggio 2015

DALLE PROMESSE AI FATTI


Vi ricordavate quando Rossi raccontava dei milioni che pioveranno nelle tasche dei livornesi? 170 dalla regione +170 dalla autorità portuale +200 dallo Stato +200 dall’Europa, per un totale di 740 milioni di euro per rilanciare il porto. 

Ad oggi, per una costruzione faraonica, abbiamo solo 200 milioni di mutuo da parte della Regione Toscana e solo 50 da parte dello Stato, altri 170 dell’autorità portuale ancora non stanziati ufficialmente e nessuna notizia da parte dell’Europa, con una differenza in negativo di 320 milioni.

Come era prevedibile, i benefici economici li avremo tra 10 anni se tutto andrà bene, mentre oggi l'unica certezza sarà quella di pagare gli interessi per il mutuo richiesto della regione.
Ma se da una parte non abbiamo certezze sulle entrate economiche, dall’altra abbiamo quasi una certezza nella nomina di chi guiderà l’autorità portuale nei prossimi anni; voci di corridoio fanno il nome del nuovo commissario per il porto che sarà Gallanti, un giovane settantasettenne sicuramente con idee nuove, la stessa persona geniale che ha trascinato il porto di Livorno al 5° posto nella classifica nazionale (negli anni 90 eravamo il primo porto). 

Ma qualcuno dirà che la colpa è del piano regolatore del porto fermo dal 53’ e solo grazie a lui è stato realizzato finalmente quel PRP che darà sviluppo alla città.
Sarebbe vero se Livorno fosse l’unico porto d’Italia, ma dovremmo fare delle analisi sulla incapacità gestionale di chi guadagna molti euro l’anno per non aver prodotto nulla fino ad oggi.

Partiamo dal PRP, potremmo dire bravo Gallanti a realizzare il PRP dopo 60 anni, se avesse scritto lui personalmente il progetto, invece si è valso di una azienda specializzata profumatamente pagata e risultata tra le indagate al Mose di Venezia; questa decisione la poteva prendere anche un bimbo. Superfluo è ricordare quando Gallanti enunciò nel 2013 che i bacino di carenaggio avrebbero dato lavoro alla città, facendo riferimenti ai porti concorrenti che stavano costruendo dei nuovi bacini di carenaggio, peccato che dopo pochi mesi, forse pressato dalle lobby di qualche interesse, ritrattò tutto dicendo della necessità di non utilizzare i bacini rei di non dare un futuro economico alla città.

La vera forza di questa persona è sulla gestione del porto, basta confrontare i dati con il porto di La Spezia, per capire quanti anni abbiamo perso; Livorno ha una infrastruttura e un territorio superiore alla città ligure, ha centinaia di metri di banchine contro l’unica banchina portuale spezina, ha un collegamento ferroviario che serve benissimo tutta l’Italia, mentre La Spezia ha una linea singola per collegarsi con Parma.

Ma nonostante la superiorità infrastrutturale, Livorno ha 800 mila container in meno l’anno, segno che la gestione del porto è stata insufficiente, chissà se la provenienza ligure ha influito sulle scelte.

Ma la politica non guarda ai risultati, gli interessi sono altri, Livorno non conta più come una volta, ma viene ricordata solo vicino alle elezioni, per scomparire subito dopo nel nulla. Qualcuno potrebbe dire si stava meglio quando si stava peggio, riferito agli anni della famiglia Ciano. Io dico: si starebbe meglio ora se gli interessi pubblici prevalgono sugli interessi privati.

Rossi, vuoi veramente fare qualcosa per provare a cambiare rotta? Nomina un nome nuovo che abbia la voglia di cambiare, di modificare il trend negativo del porto, un nome toscano che possa pensare al bene della città.

Faccio presente che Livorno fa parte della Toscana. 

PS: Notate quali cambiamenti avrà il futuro porto di Livorno

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