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domenica 25 ottobre 2015

Rifiuti un business con rischio di impresa a ZERO, ma non per i cittadini




Per comprendere il tema rifiuti, partiamo da un principio già in uso in altre aziende, per il privato il rischio di impresa sarà sempre ZERO. Per questo ogni perdita sarà a carico dei cittadini. 

Oggi noi paghiamo delle tasse alla azienda AAMPS, che comprende il costo globale dell’azienda (personale, mezzi, costi ecc ecc) e eventuali investimenti per migliorare il servizio, oltre alle perdite dovute per chi non paga il servizio. 

Se entra il privato, queste stesse condizioni rimarranno uguali, con l’aggiunta però del guadagno che il privato dovrà avere. 

Potremmo costruire la formula matematica partendo da: 

COSTI + INVESTIMENTI = TASSE 

passando a:

COSTI+INVESTIMENTI+GUADAGNO= TASSE 

(il guadagno sarà la somma di investimenti privati e guadagno che il privato deve ottenere dal suo investimento, che alla fine non è detto che ci metta denari). A tutte due le formule vanno aggiunti i mancati pagamenti degli utenti. 

Tutto ciò sarà possibile con le tasse dei cittadini che avranno sicuramente il solito servizio ma ad un prezzo maggiore. Invece dovremo cercare di migliorare il servizio con la internalizzazione, riportando l’azienda a ritornare a quando il servizio funzionava. Inoltre servirebbe l’obbligo di fornitura delle prestazioni a condizioni uguali su tutto il territorio e quello di perequazione delle tariffe”.

Il legislatore ha introdotto la scelta di un socio “imprenditore” privato di minoranza allo scopo di dare un apporto rilevante di un pubblico servizio. La volontà del legislatore sarebbe di mettere in evidenza che l’interesse non può escludere che l’amministrazione possa basarsi, nella scelta del socio, su generici apprezzamenti soggettivi e, comunque, di carattere fiduciario, perché ciò escluderebbe i principi di buona amministrazione e trasparenza dell’azione amministrativa”. 

Questo per evitare che si possa agevolare chi ha interessi di soggetti che fanno del rifiuto un business. Ma proprio perché si chiama socio imprenditore, si capisce che la volontà dell’imprenditore o di più soggetti privati, hanno la necessità di investire sapendo che in cambio avranno un utile.

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