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venerdì 13 novembre 2015

Il 30 settembre 2015 il Consiglio Comunale di Livorno non ha approvato il bilancio consolidato sperimentale dell'ente in quanto mancante del bilancio di una sua partecipata, l'AAMPS, e la notizia è stata riportata dalla stampa e dalle TV nazionali. Per giorni non hanno parlato d'altro, rimarcando la nostra totale, per loro, inadeguatezza.

Il 9 novembre 2015 il Consiglio Provinciale di Livorno non ha approvato il bilancio consolidato sperimentale dell'ente in quanto la maggioranza non aveva i numeri, visto che un consigliere che appoggia la maggioranza ha deciso di votare contro, e la notizia è stata riportata solamente da un giornale locale, naturalmente senza enfasi.

Il palazzo comunale e il palazzo provinciale distano 30 metri in linea d'aria tra loro, ma evidentemente sono distanti politicamente anni luce. Sarà, per caso, che il Comune di Livorno è amministrato dal Movimento 5 Stelle e la Provincia dal Partito Democratico?

di tutto questo saranno contenti in Nicaragua ed in Tanzania, perchè tra molto poco, ci scavalcheranno nella classifica sulla libertà di stampa e perderemo il nostro tanto ambito 73° posto.


Il PD fugge dalla responsabilità di discutere sui finanziamenti della Fondazione L.E.M.

"Il PD fugge dalla responsabilità di discutere sui finanziamenti della Fondazione L.E.M., ma trova la solidarietà del consigliere Valiani, che conferma in questo modo l’appoggio al partito democratico, enunciato durante il convegno svolto dal PD di Salviano pochi giorni fa".

La mozione presentata dal M5S, oltre ai voti compatti del gruppo, ha avuto l’approvazione da parte del consigliere Cannito e l’astensione del consigliere Valiani; BL, PD e FI non erano presenti al momento del voto in consiglio.

L'atto di indirizzo, conseguente all'interrogazione del M5S fatta al sindaco sulla situazione LEM in un precedente consiglio, ha richiesto l'impegno del Sindaco e della Giunta di Livorno di fuoriuscire dalla fondazione L.E.M., che attualmente ha sede presso il Palazzo dei Portuali.
Quello che colpisce di più sono i milioni versati dal Comune in tutti questi anni, per non ricevere in cambio nessun beneficio per la città rispetto al progetto iniziale.

Dal 1997 al 2002 il comune ha versato 1.148.085 euro, dal 2002 al 2005 sono stati versati 369.951 euro e dal 2006 al 2013 532.279 euro, per un totale di 2.050.315 euro.

Lo scopo della fondazione era quella di promuovere il progresso e lo sviluppo delle regioni del bacino mediterraneo, ma ad oggi nessun concreto vantaggio è venuto alla città, se non quello di pagare alla Compagnia portuale i canoni per uffici e sala convegni, che scadono il 31/12/2019, e il canone della biblioteca, che scade il 1 marzo del 2017.

Con l'operazione di uscita dalla Fondazione stessa, ai 51.460 euro l’anno di onere si aggiungerebbero i risparmi per gli affitti, che ammontano a 110.000 euro, per un risparmio complessivo di 161.460 euro l'anno, risparmi che naturalmente sarebbero riversati nel bilancio.

Grazie al M5S oggi è stato approvato un atto di responsabilità, per evitare una spesa impropria e una sovvenzione ad un ente privato!"

Oggi alle 11, presentate alla stampa le linee guida per un nuovo welfare del M5S, alla presenza del Presidente della Commissione 5 e dell'assessore al sociale.

I cambiamenti sociali hanno interessato negli ultimi anni la società italiana, portando un progressivo aumento delle inefficienze degli enti locali, regionali e nazionali, lasciando il compito al legislatore di salvaguardare il welfare, abbandonandolo però sulla carta.

Tali trasformazioni socioeconomiche politiche fanno emergere nuove forme di povertà.
La Commissione della Comunità Europea, in diverse occasioni ha sottolineato la necessità che gli stati membri si adoperino per far convergere l'evoluzione dei singoli sistemi di protezione sociale verso i più generali obiettivi delle politiche economiche sociali indicati a livello comunitario.

In generale il welfare si basa su tre precisi pilastri.
1) Il servizio sanitario nazionale
2) L'assistenza
3) Il sistema di previdenza.

Oggi il movimento 5 stelle livornese, dopo diciassette mesi, presenta le “linee guida della rivoluzione livornese” sul welfare, tema delicato e attuale, sempre in crescente aumento. Crediamo che la ricerca di un sistema del welfare-to-work debba far parte di un sistema di sussidi senza rigidi limiti di durata, ma sono condizionati a una serie di obblighi che puntano proprio ad evitare che il beneficiante possa essere disincentivato dalla ricerca dell'occupazione.

La tendenza parte dal ridurre la povertà e l'unico modo di pensare oggi a un coordinamento delle politiche sociali a livello europeo, è quello di definire un livello minimo di prestazioni di assistenza sociale di ultima istanza.

I cambiamenti prefigurati dalla riforma dell’assistenza varata con la Legge 328 del 2000 investono l’assetto consolidato delle politiche italiane relative al settore socio-assistenziale nei suoi caratteri fondamentali, Regioni e comuni sono individuati come i livelli centrali del governo del nuovo sistema dei servizi e degli interventi sociali, in un’ottica di ulteriore localizzazione del welfare italiano.

Il Presidente Rossi, sicuramente saprà gestire il confronto con lo Stato per richiedere nella conferenza Stato/Regione l’individuazione delle somme idonee per garantire un welfare equo.

Per questo la rivoluzione verte sui punti istituiti dalla legge, ricordando al Presidente Rossi le promesse dalla Regione Toscana per creare il fondo delle Politiche Sociali ed emolumenti in base al citato articolo 24 della legge 328.

Il Decalogo è già partito con l’approvazione di alcune mozioni e altre che saranno presentate a breve, esse vertono su:

1) Abolizione della Società della Salute
2) Definire il finanziamento delle liveas
3) Redito di cittadinanza
4) Attuazione della quota sanitaria alle famiglie che curano a domicilio i disabili o anziani
5) Albo comunale delle badanti
6) Presa in carico del malato con l’ausilio del cargiver familiare
7) Solidarietà ed intervento sulle famiglie in difficoltà, con la creazione della famiglia su famiglia
8) Nomina del Garante della disabilità
9) Presa in carico Attiva (legge 104/92) tramite un protocollo con l’organismo competente
10) Inserimento all’interno dell’UVM la presenza vincolante di un rappresentante della persona in difficoltà, medico di famiglia, garante della disabilità
11) Emergenza abitativa con soluzioni appropriati sulla direttiva della legge 328

 

lunedì 9 novembre 2015

IL LIBERISMO PASSA DALLA «CRITICA SOCIALE» PER RAGGIUNGERE LA "DEMOCRAZIA".


“I sogni non sempre si realizzano. Ma non perché siano troppo grandi o impossibili. Perché noi smettiamo di crederci”.
Martin Luther King

Il ruolo del sindacato generalmente si attiva affinché il datore di lavoro rispetti la legge e i diritti dei lavoratori. Questo ad oggi sarebbe il ruolo più significativo del sindacato, quello dunque di diventare il garante dei diritti dei lavoratori e conseguentemente di intervenire per correggere o vigilare. 

Nei giorni scorsi però a Livorno alcuni sindacati hanno instillato ansie e preoccupazioni parlando di decisioni già prese dall’amministrazione in relazione a presunti tagli al personale in conseguenza ad emissioni di fantomatici bandi privi di clausole sociali e paventando eventuali sostituzioni di lavoratori delle cooperative sociali con personale volontario. Per la prima volta dunque dei sindacati hanno anticipato nel merito la trattativa senza mai aver ricevuto l’informativa o svolto alcuna concertazione sul tema dei bandi di gara. 

Tali timori hanno trovato prontamente ascolto da parte dei rappresentanti dell'amministrazione aprendo le porte del Comune a tutti i sindacati e ai lavoratori delle RSA e portando una ventata di “DEMOCRAZIA” che ha invaso la Sala Consiliare. 

Dopo ampia discussione e riflessione, l’assessore al sociale Ina Dhimgjini ha spiegato quali siano i criteri dei bandi di gara, confermando la presenza delle clausole sociali all’interno dei bandi passati e futuri e l'intento di eliminare ogni affidamento diretto creato nel passato con conseguente regolarizzazione dei servizi.

L'assessore ha confermato che mai questa amministrazione ha pensato di sostituire i lavoratori delle cooperative con volontari, ribaltando così le accuse dei sindacati.

I lavoratori hanno accolto favorevolmente l'intervento dell’assessore e hanno giustamente chiesto che tali promesse si trasformino in realtà, evidenziando così che l’intento di alcuni sindacati di terrorizzare i lavoratori fosse basato su motivazioni completamente infondate.
Alla fine i lavoratori hanno applaudito l'assessore al sociale dimostrando di essersi completamente ricreduti sulle opinioni negative create ad arte, valutando il buon lavoro effettuato in sede di commissione e riprendendo fiducia nelle istituzioni.

Ringraziamo tutti i presenti che hanno condiviso con noi una giornata positiva di confronto “democratico”, dimostrando dunque che solo attraverso il dialogo, la volontà e la partecipazione si possa giungere alla risoluzione dei problemi. Anche ieri dunque è stato messo un altro importante tassello per il raggiungimento di quegli obiettivi che la città ha dimostrato di voler portare a compimento dando fiducia a questa nuova amministrazione. 

Nei prossimi mesi sarà intrapreso un percorso tra le istituzioni, i sindacati e le organizzazioni datoriali per arrivare ad un protocollo di intesa il cui intento sarà quello di uniformare lo svolgimento dei bandi, regolarizzando gli affidamenti, salvaguardando i lavoratori e cercando inoltre delle strade per reinternalizzare i servizi tramite concorsi.

Quelli che fino a poco tempo fa sembravano sogni adesso sono concrete opportunità che si potranno realizzare con l’impegno, la volontà, la condivisione e la partecipazione da parte di tutta la cittadinanza.