Era il gennaio del 1945, un cancello si apre, l’esercito russo entra nel campo di Auschwitz, all’apparenza sembra tutto tranquillo, invece si trovarono scene che prima di allora sarebbe stato impossibile immaginare.
Yakov Vincenko, un soldato semplice dell’Armata rossa tra i primi ad aprire i cancelli di Auschwitz ricorda: “Nemmeno noi che abbiamo visto ci volevamo credere. Ho sperato per anni di riuscire a dimenticare, poi ho capito che sarebbe stato da complice, da colpevole. Così adesso ricordo, anche se non sono riuscito ancora a comprendere”.
Oggi, dopo 70 anni, il 27 gennaio è considerata la giornata della memoria, celebrata in Italia e riconosciuta dalle Nazioni Unite, ricordiamo tutte le vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei conosciuto come “Shoah” con i retroscena delle leggi razziali del 1938 e il dramma dei deportati nei lager.
Pur lontani da noi, celebriamo quei giorni come se fosse
avvenuto ieri, per permettere ad ognuno di avere la consapevolezza e la
conoscenza di come l’uomo ha privato, ad altri uomini la dignità, cancellando la
loro identità, prima ancora della loro vita.
Oltre 3 milioni di ebrei, 1 milioni di oppositori al regime,
3 milioni di prigionieri sovietici, 500 mila zingari Rom, circa 10 mila
omosessuali, oltre 2 mila testimoni di geova e oltre 270 mila disabili e malati
di mente, hanno trovato la morte nei campi di concentramento.
Le storie delle tragedie ci sono state tramandate dai pochi
sopravvissuti, accompagnate anche dalle immagini e dai racconti dei soldati
entrati a liberare i superstiti.
Comprendere le motivazioni reali sono difficili, possiamo però
affermare che alla base di ogni politica di sterminio c’è sempre: l’assenza
di democrazia, la deriva e l’estremizzazione ideologica,
nazionalista e razziale innalzata a parametro dell’agire politico.
Oggi dovremmo essere consapevoli del dramma che ha coinvolto
una brutta pagina della storia mondiale del secolo scorso, ma purtroppo questi
eventi sono padri di altri drammi susseguiti a quelli di Auschwitz, ricordiamo
al riguardo i recenti genocidi degli armeni, le vittime dei
gulag, la pulizia di classe dei Khmer rossi in Cambogia
e -negli anni Novanta- le pulizie etniche in Jugoslavia e in Ruanda
oltre ai gas di Saddam Hussein contro
i curdi, definiti un popolo che non esiste.
Tutti questi eventi hanno una sola matrice comune,
sterminare e togliere dignità ai popoli, umiliandoli per dimostrare la
superiorità dell’uomo su altri uomini.
Si invita tutti a ricordare, occorre commemorare
perché se la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità, a che serve la
memoria.
POESIA:
INFANZIA
MISERABILE
Infanzia
miserabile, catena
che ti lega
al nemico e alla forca.
Miserabile
infanzia, che dentro il
suo squallore
già
distingue il bene e il male.
Laggiù dove
l’infanzia dolcemente
riposa
nelle
piccole aiuole di un parco
laggiù, in
quella casa, qualcosa si è spezzato
quando su me
è caduto il disprezzo:
laggiù, nei
giardini o nei fiori
o sul seno
materno, dove io
sono nato
per
piangere...
Alla luce di
una candela m’addormento
forse per
capire un giorno
che io ero
una ben piccola cosa,
piccola come
il coro dei 30.000,
come la loro
vita che dorme
laggiù nei
campi,
che dorme e
si sveglierà,
aprirà gli
occhi
e per non
vedere
troppo
si lascerà
riprendere dal sonno...
Zanus
Zachenburg
19/07/1929 –
Auschwitz 18/12/1943
http://video.repubblica.it/dossier/giornata-della-memoria-2015-70-anni/la-shoah-una-scheda-per-le-scuole-per-capire/189741/188678


